un programma che non c'è.
un posto che non riesco nemmeno ad immaginare.
solo la voglia [e il bisogno] di stare del tempo lontana.
da tutto e da tutti.
e così nove ore di volo, incubo di qualsiasi essere mortale, sembrano quasi una benedizione.
un viaggio in cui essere invisibili diventa una scelta, un modo per fermarsi a respirare e scoprire cose nuove.
fuori, ma soprattutto dentro.
non so ancora cosa metterò in quella valigia.
non ho ancora deciso se mi porterò dietro anche delle domande.
oppure le lascerò qui, sperando di trovarle scadute al mio ritorno come lo yogurt nel frigo, pronte per essere buttate.
del tempo esclusivamente per me.
fatto di rumori e silenzio.
luci e ombre.
caffè e biscotti.
so I run and hide and tear myself up
start again with a brand new name
and eyes that see into infinity...
Ciao. Ho visto il link al tuo blog fra i commenti sotto al video di Sara Boero ed incuriosita dalla tua presentazione "io scrivo cose" sono arrivata fino a qui. Mi piace questo 'qui' dove sono capitata ed ora gironzolo un po' fra i post. Ho aggiunto il tuo blog all'elenco della mia blogosfera nel mio blog, così magari ti trova anche qualcunaltro 😉. Un abbraccio. Maria
RispondiEliminagrazie Maria, sei carinissima!
Eliminaa quanto pare le "cose" non sono bastate XD
io avrei fatto scelte diverse (anche escludendo me stessa, ovviamente), ma come si suol dire... de gustibus....
Occhio perchè i viaggi nati per fuggire sono diversi dai viaggi fatti per volere.
RispondiEliminaabbiamo voluto.
Eliminaanche più di quanto credessimo di volere.
(noi: io e me)
"NYC for dummies" is coming soon.
magari potrà tornarti utile entro il prossimo anno ;)