lunedì 13 luglio 2015

DownTheRabbitHole

Alice saltò in piedi pensando di non aver mai visto un coniglio con la sottoveste e il taschino, né con un orologio da cavar fuori, e, ardente di curiosità, traversò il campo correndogli appresso e arrivò appena in tempo per vederlo entrare in una spaziosa conigliera sotto la siepe. Un istante dopo, Alice scivolava giù correndogli appresso, senza pensare a come avrebbe fatto poi per uscirne. La buca della conigliera filava dritta come una galleria, e poi si sprofondava così improvvisamente che Alice non ebbe un solo istante l'idea di fermarsi: si sentì cader giù rotoloni in una specie di precipizio che rassomigliava a un pozzo profondissimo. Una delle due: o il pozzo era straordinariamente profondo o ella ruzzolava giù con grande lentezza, perché ebbe tempo, cadendo, di guardarsi intorno e di pensar meravigliata alle conseguenze. Aguzzò gli occhi, e cercò di fissare il fondo, per scoprire qualche cosa; ma in fondo era buio pesto e non si scopriva nulla. Guardò le pareti del pozzo e s'accorse che erano rivestite di scaffali di biblioteche; e sparse qua e là di mappe e quadri, sospesi a chiodi.

ci sono persone, lì fuori, che ti fanno sentire esattamente così, come Alice che cade nella tana del bianconiglio.
e poco importa se Alice sa che non riuscirà mai a prenderlo, il suo coniglio bianco.
lei corre, senza pensare...

a volte non è la conquista ciò che cerchi, ma quella sensazione folle di caduta nel vuoto...
l'eccitazione, il brivido...
perdere controllo e lasciarsi andare.
anche quando sai che l'unica cosa che troverai alla fine della corsa è il pavimento.
il pavimento di una tana vuota.
ma del resto, sono pur sempre scelte, no?

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